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Come gestire le critiche in modo costruttivo

Le critiche fanno parte della nostra quotidianità, sebbene siano comunemente riconosciute come una fonte di grande stress. Possono provenire dall’esterno, come da amici o familiari, oppure dall’interno, sotto forma di giudizi della nostra voce interiore. 

Non tutte le critiche sono uguali: alcune sono pensate per aiutarci a migliorare, mentre altre possono essere distruttive o derivare da motivazioni negative personali. Imparare a distinguere tra questi due tipi di critica è il primo passo per affrontarle in modo efficace.

Comprendere il valore delle critiche

La critica, di per sé, non ha un valore negativo e riflette esclusivamente la capacità di giudizio e analisi di chi la esprime. Tuttavia, per monitorare la nostra percezione e reazione rispetto a una critica, è utile esplorare le motivazioni che hanno spinto al giudizio. Le critiche possono essere suddivise in tre categorie principali.

La critica costruttiva

Questo tipo di critica è la migliore da ricevere, poiché il suo scopo è farci capire che abbiamo compiuto un errore in un comportamento specifico. Tendenzialmente, è facilmente riconoscibile perché chi la esprime si concentra su una particolare azione e contesto, senza giudicare la nostra personalità. Ad esempio, un capo che ci dice: "La presentazione che hai fatto oggi non era ben organizzata. La prossima volta prova a strutturare meglio le idee, così sarà più chiara e convincente," sta puntando al comportamento e non alla persona.

In queste situazioni, può essere normale provare emozioni negative, come frustrazione, rabbia o delusione. Tuttavia, bisogna ricordare che, anche se espressa in modo brusco, questo tipo di feedback ha l'obiettivo di aiutarci a migliorare. Quando ricevi una critica costruttiva, cerca di accoglierla in modo aperto, ma non passivo. Riflettici sopra, mettendo in discussione il tuo comportamento per capire come migliorare in futuro.

La critica aggressiva

Facilmente riconoscibile, questo tipo di giudizio è spesso volto a etichettare negativamente la persona in generale, al di là di un comportamento errato o di un atteggiamento sgradito. Viene definita “aggressiva” proprio perché chi la esprime tende a utilizzare insulti, parolacce o altre modalità più sottili per offendere la persona destinataria della critica.

Ad esempio, in una situazione familiare, una persona potrebbe dire: “Sei sempre così disorganizzato! Non fai mai nulla di giusto!” oppure, in un contesto sociale, qualcuno potrebbe commentare: “Sei proprio un fallito, non c'è speranza per te.” Questi tipi di critiche non si concentrano sul comportamento specifico, ma mirano a denigrare l'intera persona.

Questo tipo di critica ha come obiettivo solo quello di distruggere la tua autostima, e la reazione più consigliata è ignorarla. Se possibile, separa la critica dalla persona e concentrati solo su eventuali giudizi relativi a comportamenti specifici. Un buon approccio potrebbe essere anche quello di cercare di far riflettere l'altra persona sull'uso di insulti, spiegando come queste parole siano destinate solo a ferire e non a migliorare.

In questi casi, è fondamentale sviluppare la capacità di autoconsapevolezza, permettendoti di fare una riflessione anche severa su te stesso se necessario, ma isolando ogni intento distruttivo che potrebbe derivare da critiche altrui.

Trasformare il dialogo interiore

La critica esterna può spesso risvegliare la nostra voce interiore, capace di infliggerci le più dure delle valutazioni. Mantenere un dialogo interiore realistico e, quando possibile, positivo è essenziale per il nostro benessere. Pensare che le difficoltà, anche quelle più impegnative, siano superabili ci permette di trasformarle in opportunità per imparare e crescere.

Una tecnica utile della psicologia positiva per gestire le critiche è la mindfulness, che ci aiuta a sviluppare consapevolezza e accettazione del momento presente. Attraverso la pratica della mindfulness, possiamo imparare a osservare le critiche senza reagire impulsivamente o lasciare che influenzino eccessivamente il nostro stato emotivo. Questo approccio ci permette di riconoscere una critica per ciò che è: un’opinione o un feedback, non una verità assoluta sul nostro valore.

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